Caro Vilmo,
s'e' parlato tante volte di quel numero di Max:
pieno di belle foto e zeppo di minchiate,
non c'era una descrizione giusta delle moto.
Le avevano sbagliate tutte,
manco l'avessero fatto apposta!
Forse e'l'unica rivista che ho fatto a pezzi in vita mia,
tagliai tutte le pagine e ci tappezzai la camera.
Che viaggi mi son fatto su quell'heritage...
la voglia di harley
era talmente tanta,
e i giornali di moto "veri" ne parlavano poco e male...
Mi ciucciavo un'ora e 20 del pallosissimo orchidea selvaggia
per 10 minuti di ape hanger e aspettavo con piu' ansia la pubblicita' della
brooklin,che la campanella della ricreazione.
Poi arrivarono le pubblicita' di Talamo,
nel '90 apri la Numero Uno e li'davanti,sul marciapiede
c'era sempre la Giallona:
era l'ELECTRA GLIDE di Piero con il telaio rosso,
quella sulla copertina di CILINDRI BULLONI E FACCE.
Era strano per essere un libro di foto di Harley:
niente foto di moto iperaereografate,
niente chaps ne vaccate da megaraduno,
ma belle foto
,in bianco e nero,
che rispecchiavano bene la realta' h-d di
quei tempi, divisa tra la Milano bene,
gentlemen driver
e bikeroni irriducibili
della prima ora.
Intendiamoci il libro in se non e' niente di imperdibile,
ma metti che gia' nei primi novanta era introvabile,
che ho conosciuto molti dei tipi fotografati e che
la tristezza del marketing H-D di oggi ha contribuito
a stendere un velo di leggenda su tutto quello che nasceva in via Niccolini...
insomma una copia mi ci voleva !
Ormai avevo perso le speranze,anzi non ci pensavo proprio piu'.
Poi un paio d'anni fa' durante un ritrovo familiare,
salta fuori che una cugina di Milano di mia mamma (di cui avevo si e no sentito parlare)
stava insieme ad un certo Mario,harleysta da 30 anni,
pittore a tempo perso e mezzo matto.
Mi si accende una lampadina e gli chiedo:
"scusa,ma non e' che era finito su un libro?
si',su cilindri bulloni e facce?"
"cilindri,bulloni e che ?" mi risponde la biscugina di terzo grado.
Insomma gli spiego,
lei lo chiama al telefono e lui,
fiero come pochi, gli risponde:
"cazzo se ci sono,sono il primo fotografato!"
e alla fine,talmente incredulo e orgoglioso,che ci fosse
un grullo,che dopo piu' di vent'anni,si ricordava della sua foto,
Mario mi ha regalato la sua copia !