venerdì 10 settembre 2010

ANNI 80,CILINDRI,BULLONI E FACCE



Caro Vilmo,
s'e' parlato tante volte di quel numero di Max:
pieno di belle foto e zeppo di minchiate,
non c'era una descrizione giusta delle moto.
Le avevano sbagliate tutte,
manco l'avessero fatto apposta!

Forse e'l'unica rivista che ho fatto a pezzi in vita mia,
tagliai tutte le pagine e ci tappezzai la camera.
Che viaggi mi son fatto su quell'heritage...



la voglia di harley
era talmente tanta,
e i giornali di moto "veri" ne parlavano poco e male...

Mi ciucciavo un'ora e 20 del pallosissimo orchidea selvaggia
per 10 minuti di ape hanger e aspettavo con piu' ansia la pubblicita' della
brooklin,che la campanella della ricreazione.



Poi arrivarono le pubblicita' di Talamo,
nel '90 apri la Numero Uno e li'davanti,sul marciapiede
c'era sempre la Giallona:

era l'ELECTRA GLIDE di Piero con il telaio rosso,
quella sulla copertina di CILINDRI BULLONI E FACCE.

Era strano per essere un libro di foto di Harley:
niente foto di moto iperaereografate,
niente chaps ne vaccate da megaraduno,
ma belle foto
,in bianco e nero,
che rispecchiavano bene la realta' h-d di
quei tempi, divisa tra la Milano bene,
gentlemen driver
e bikeroni irriducibili
della prima ora.





Intendiamoci il libro in se non e' niente di imperdibile,
ma metti che gia' nei primi novanta era introvabile,
che ho conosciuto molti dei tipi fotografati e che
la tristezza del marketing H-D di oggi ha contribuito
a stendere un velo di leggenda su tutto quello che nasceva in via Niccolini...
insomma una copia mi ci voleva !

Ormai avevo perso le speranze,anzi non ci pensavo proprio piu'.

Poi un paio d'anni fa' durante un ritrovo familiare,
salta fuori che una cugina di Milano di mia mamma (di cui avevo si e no sentito parlare)
stava insieme ad un certo Mario,harleysta da 30 anni,
pittore a tempo perso e mezzo matto.

Mi si accende una lampadina e gli chiedo:
"scusa,ma non e' che era finito su un libro?
si',su cilindri bulloni e facce?"
"cilindri,bulloni e che ?" mi risponde la biscugina di terzo grado.

Insomma gli spiego,
lei lo chiama al telefono e lui,
fiero come pochi, gli risponde:

"cazzo se ci sono,sono il primo fotografato!"

e alla fine,talmente incredulo e orgoglioso,che ci fosse
un grullo,che dopo piu' di vent'anni,si ricordava della sua foto,
Mario mi ha regalato la sua copia !

7 commenti:

Vilmino ha detto...

lo sportster vanni blegi è spettacolare.
ma prima di altre scansioni di Mickey ti foraggio un po' di anni novanta.....

Bob ha detto...

....decisamente una bella storia!!!

Tobacco ha detto...

Ottimo articolo, quasi mi commuovo a vedere le foto...

baster ha detto...

chi non ha consumato le pagine di quel libro?
...mi fischiano sempre le orecchie, mentre a casa qualcuno mugola: sei sempre con quel libro in mano!...

Gianluca1340 ha detto...

Eravamo in tanti allora in quel periodo a ritagliare immagini dalle riviste, la speranza di vedere Harley in giro era tanta la realtà purtroppo tutt'altra cosa.
Voi almeno vivendo in Toscana qualche possibilità in più l'avevate, io a Lecce mi ero arreso.
Poi aprì Americana a Lecce, ricordo ancora lo shock quando andai la prima volta e vidi in vetrina la "comm' aggia fà ", sono sicuro che qualcuno di voi si ricorderà di quel softailone nero, antenato sicuro del Night Train.

Vilmino ha detto...

ma le pedane da riposo servivano per montarci in piedi e guidare con i ginocchi, vero?

Andrea FXB ha detto...

La Giallona ora sta con me. Da un po' di anni... Ed anche una delle sue Sturgis (quella dell'80).
Sono a casa di uno della primissima ora. Uno che all'inizio della sua carriera HD, acquistava il Low Rider 1200 dai fratelli Castiglioni.
Ne sono felice. Le vecchie HD hanno davvero un'anima.
Andrea